destionegiorno
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Nato a Lugo di Ravenna, 11 febbraio 1951. Progettista meccanico, debbo dire che il mio lavoro è molto soddisfacente per creatività. Amo la pittura e scultura, ogni tanto cerco di riprendere la mano facendo qualcosa, l'ultimo mio lavoro in pittura è un affresco in camera da letto, in scultura è una ... (continua)
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Vincumali
Le sue 23 poesie in Riflessioni
Nell’inganno del silenzio, cede la mente
ed ancor più a quel che l’occhio tace,
percepire ciò ch’al cuor t’appare assente,
mentre d’intorno a te, è quiete e pace.
Dove ti par venire quel sommesso cenno,
che nell’ombra e
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Quel buio, sopprime ogni sguardo diretto,
nell’angolo stretto non sente ragioni nel dire,
ogni cosa che vede rigetta il sospetto,
neppure l’amore che gl’è dato, lo può garantire.
S’aggira tra frasche come belva vogliosa,
non
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Passa nel tempo ciò che ora s’oscura,
ma nel volger la via una traccia mantiene,
nella mente si salda e v’erige le mura
dell’oblio precario, per confonder le pene.
E’ quando si presenta egual condizione,
le cinta di prima che
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Se in cuor tuo la tristezza non trova affranco,
ti vien d’immaginar nessuna uscita,
come un fringuello, che per cantar cede la vita,
nel continuar tra quattro mura il mesto canto.
Nulla chiede o pone, ma resta appresso
e confortar ogni
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Ricordo la voce di richiamo al balcone,
il cortile assolato d’innanzi al caseggio,
le sfuriate di Gemma che brandisce un bastone
nel corrermi appresso, pensando del peggio.
Ricordo soffuso mi vien da quiei giochi,
fatti di spago e d’oggetti
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Rifletti la sera, quando il capo s’adagia al guanciale,
su quel che nel giorno parole ch’hai udito,
di quel che di traccia è rimasto sopito
e quel che d’impronta ha lasciato alla mente.
Son lampi sfumati in figure tradotte al vociare,
avanzi di
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Pennellate di lemmi sfumati in note,
tinte, ch’al seguirne il tratto danno sequenza,
chi le redige, ascolta nel silenzio della mente,
i timbri c’ogni parola, fan d’arte all’eloquenza.
Il precetto di quest’arte è nel narrare,
nel come d’un
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Il vento riporta solo parole disperse,
silenti ricordi ripresi da quel ch’è narrato,
sfumate al giudizio di gesta ricorse
dal tempo comune, a quel che fu stato.
Sono racconti riposti nell’antro del senno,
apparenze fugaci dai contorni dissolti,
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