destionegiorno
 
     
 
 
    
                
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                 Nato a Lugo di Ravenna, 11 febbraio 1951. Progettista meccanico, debbo dire che il mio lavoro è molto soddisfacente per creatività. Amo la pittura e scultura, ogni tanto cerco di riprendere la mano facendo qualcosa, l'ultimo mio lavoro in pittura è un affresco in camera da letto, in scultura è una  ... (continua)
 
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            Vincumali          
            Le sue 17 poesie in Natura
            
  
  
    
        Limpida notte su vette ancestrali 
ove solo il silenzio muta in rumore 
mentre note di luna su raggi irreali 
scorron fluenti come onde sonore. 
 
Appare la volta nel vero splendore 
servo nel grembo di madre natura 
veder la bellezza nel pieno fulgore
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        Un limpido fiume tra i campi fioriti 
decora la valle con anse e ristagni 
tra monti coperti da boschi gremiti  
con tigli slanciati e verdi castagni 
 
Borbotta tra ciotoli e fronde piegate 
ritmando tenace l’acqua che passa 
sin dove si lancia in
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        Nuvole scarne scolpite dai venti  
erranti drappeggi di forme irreali 
si mutano a sera in brace roventi 
corrieri del giorno e la notte rivali. 
 
Variano foggia al dono impulsivo 
masse furiose nel cielo disperse 
danno vigore a quel tratto
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        Ridenti colori ma appena tracciati 
rivestono arbusti spogliati dal gelo 
che irsuti si levan ed appaion rinati 
da brulle colline taciute da un velo. 
 
Si levan barbigli dai pioppi spogliati 
ostentando le fronde nei primi tepori  
e frusciano al vento
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        Odi un fievole suono da brezze carpito 
s'insinua tra fronde ed estende spessore, 
trasfigura gorgheggi nel bosco gremito 
in bramose attrazioni e sussurri d'amore. 
 
Frusciante tra creste di querce e castani 
discende sin dove percorre un
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        Stillate dal cielo di stelle guarnito 
contesa rugiada nell'aria discioglie  
l'essenza rubata dai fiori del prato 
che brezza riporta su tenere foglie. 
 
Rimestati vapori dal primo chiarore 
in fragranze mutate da resine alpine, 
stregate emozioni a
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        Il Santerno che da monti discende 
tra meandri e cadute più ardite, 
alle piane in cui l'acqua distende 
si riprende con fugaci sortite. 
 
Ovattato dalle frasche alla sponda, 
odi un rombo che vien da lontano, 
se t'accosti sembra quasi si
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        Contempla gli sprazzi di luce filtrata 
da nuvole sparse che cambiano tinta, 
riflessi che sorgono d’aura infuocata 
sfumata sin dove la notte vien spinta. 
 
Svanisce l’oscuro smarrito dal fuoco 
e risveglia contorni di cose smorzate, 
addiziona il
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        Erge al sorbir li raggi ch'arrecano tepore 
e nel mutare del dì, il capo suo vien guidato  
sin d'ove l'orizzonte a sera cambia colore, 
bramoso di quell'astro ch'ha scaldato. 
 
Pare ch'a notte tarda recuperi ricchezza 
da quelle zolle che l'hanno
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        Qual fragranza nell'aria s'aggira  
se vendemmia v'è giunto momento, 
essa varia dalla fascia in cui spira 
quella brezza che porta il fomento. 
 
Se t'aggiri tra colline e traverse, 
quell'umore ha varianti all'olfatto, 
riconosci ove vigne son
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        Ombre riflesse sull’acqua, tolgon respiro,  
ch’ad ogni passo dilata ciò che v’appare,  
fino al passar d’un passero ch’al bere,  
lo specchio d’ogni figura, poi ne scompare.  
 
S’espandono cerchi che rompono a riva 
e rimandano al largo quel gioco di
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        Al mattino m’affaccio al balcone,  
non v’è brezza, un sole accecante,  
ho sul viso quell’odor di sapone 
della barba ch’è fatta all’istante.  
 
Odo un fievole ed armonico canto 
ove il coro non patisce contese,  
ma riceve l’ebrezza del
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        Una torma di bestie ch’oscurano il cielo,  
senti lontano un frastuono possente,  
son cupi rimbombi presagio d’un danno,  
riflesse paure che ricorron la mente.  
 
Avanza invadendo ogni spazio rimasto,  
portando con sé ogni ombra latente,  
poi come
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        Sentieri segnati da foglie marcite,  
ch’al passo par quasi girare sul molle,  
nei boschi s’inerpica a fianco del colle 
tra muschi argentati e brevi salite.  
 
Il sole non passa, non cedon le fronde,  
solo raggi riflessi portati dal vento,  
come
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        Ai primi freddi, di bruno e giallo si orna il manto,  
con irte dita al ciel levate a supplicar lo spoglio 
e pennellate, color bruciato a ritoccarsi  il fianco,  
sino a spogliar di fronde il vecchio tiglio.  
 
Cambia parvenza, nell’aria odori funghi e
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